In questi giorni a Torino si svolgerà lo Space Festival. Da giovedì 16 a domenica 19 maggio, Torino si sta animando con talk, visite, film, libri, osservazioni celesti. Una serie di eventi gratuiti, il cui programma si può leggere su www.spacefestival.it
Lo Space Festival, giunto alla terza edizione, è nato da un’idea di Marco Berry e si propone di raccontare al grande pubblico i misteri dell’universo e il fascino della corsa alla sua scoperta, mescolando i linguaggi del gioco, della scienza e della fantascienza.
Protagonista dello Space Festival Maurizio Cheli, astronauta, nato a Zocca, che da quasi trent’anni abita a San Maurizio Torinese.
Cheli è stato il primo astronauta italiano a ricoprire il ruolo di «mission specialist», e durante la missione STS-75 è stato insignito della medaglia d’argento al valor aeronautico.
Ha all’attivo 380 ore d’attività spaziale e oltre 5000 ore di volo su una cinquantina di velivoli di tipo diverso. Ha registrato numerosi brevetti tra aerei ed elicotteri militari.
Lo scorso anno ho avuto il piacere di incontrarlo e per me è stata una vera emozione. Ecco il selfie fatto con Maurizio Cheli.
Elisabetta Ruffino con l’Astronauta Maurizio Cheli
Ecco l’intervista all’astronauta che ha scelto Torino per vivere e lavorare, riportata nei giorni scorsi da La Stampa.
Marco Berry ha detto più volte di aver pensato l’iniziativa per parlare di spazio in modo pop. Da ospite affezionato, pensa che sia la formula giusta?
«È la forza del Festival: oltre agli incontri, si prova ad avvicinare le persone alla materia, far capire loro quanto si fa nello spazio per rimarcare il ruolo del Piemonte».Torino è una capitale spaziale sconosciuta?
«A Torino ci sono le eccellenze industriali, tecniche e tecnologiche: gli addetti ai lavori sanno che la città è un centro mondiale dell’aerospazio. Basta dirlo al pubblico».Quanto è diffusa la curiosità per l’Universo?
«Da bambini lo siamo tutti. Esiste una curiosità naturale, innata: il cielo stimola l’immaginazione. Man mano che si cresce, l’amore per lo spazio diventa una scelta razionale. Il pubblico adulto ha, comunque, una fascinazione: lo spazio è evocativo, è misterioso. Andare nello spazio ci proietta nel futuro, ci pone di fronte a qualcosa di molto più grande della nostra dimensione umana».Il ricordo più vivo che ha dello spazio?
«Guardare il nostro pianeta da un’altra prospettiva: è un insieme di sensazioni, colori, emozioni indimenticabili. Si vede il blu della Terra, il nero del cosmo, il bianco delle nubi dell’alta troposfera».Qual è la sua idea sul turismo spaziale?
«Per il momento è un fenomeno riservato a pochi ma spero che, in futuro, si possa sviluppare a costi accessibili per tutti. Molti paragonano questa prima fase del turismo spaziale agli anni 40 dei primi voli transatlantici, limitati a pochi. Ora, invece…».Sul futuro spaziale per tutti, quindi?
«Spero di sì. Vedere la Terra dallo spazio fa capire quanto facciamo poco per proteggere il Pianeta: più persone prenderanno coscienza, meglio sarà».
Come dice Maurizio Cheli nell’intervista, Torino è uno dei centri mondiali dell’aerospazio. Noi operatori del settore lo sappiamo bene e con orgoglio portiamo avanti questo primato.
In particolare presso MotivexLab, Automotive & Aerospace TestExpress, si testano le eccellenze della componentistica aerospaziale, mediante prove distruttive e controlli non distruttivi . La competenza e l’imparzialità del laboratorio sono garantite dagli accreditamenti Accredia e Nadcap.
Se vuoi approfondire la storia del nostro laboratorio e il nostro impegno per il settore aerospaziale, richiedi una copia del libro “Volare, dalla Strada allo Spazio” scritto a quattro mani dai fondatori del laboratorio: Elisabetta Ruffino e Paolo Pollacino.
