In quanto Responsabile Qualità di una ditta che si occupa di produzione componentistica, soprattutto automotive, ti sarà capitato almeno una volta di dover effettuare una Prova di Pulizia Tecnica.
Magari l’hai chiamata Prova di Contaminazione, magari Cleanliness Test o, ancora, Test di Decontaminazione, ma l’esame è sempre lo stesso, e cioè quello che permette di rilevare se i campioni prodotti sulla tua linea di produzione rispettano i criteri di pulizia indicati da capitolato.

Prova di pulizia

Tecnico di MotivexLab mentre effettua una prova di pulizia

Per alcuni componenti, soprattutto quelli che andranno a far parte di una qualsiasi sezione del motore, conoscere il grado di pulizia è fondamentale, in quanto una sola particella di “sporco” potrebbe portare a danni inimmaginabili.
E vallo poi a dire al tuo cliente finale che è colpa tua, perché tu il Test di Pulizia non lo hai fatto.

Insomma, per evitare di finire in queste grane esistono diversi modi.
Uno di essi è sicuramente quello di comprarsi un cabinet per la pulizia ed effettuarsi il Test da soli: è la soluzione più economica.
Insomma, spendi una volta e poi puoi fare tutti gli esami che vuoi: sembra l’idea vincente, giusto?

Sbagliato.

Certo, la prova puoi fartela da solo, ma i risultati finali del test chi li legge?
Sul cabinet non esiste un display che in automatico ti dice, in minacciose lettere rosse, NON CONFORME.

Il mio consiglio spassionato?
Rivolgersi ad un Laboratorio Prove conto terzi, magari anche Accreditato secondo ISO 17025.
Affidandoti ad un Laboratorio Prove, infatti, puoi contare non solo sul Tecnico di Laboratorio che ti fa la prova meccanicamente, ma anche sulla sua esperienza e sulla sua professionalità per la lettura finale dei risultati.

Tecnici di laboratorio MotivexLab

Così si che avrai un risultato chiaro, e sul report vedrai finalmente le sfavillanti lettere verdi che tanto attendevi: CONFORME.

Come ti accennavo prima, la principale differenza tra una prova “fatta in casa” ed una presso un Laboratorio Accreditato, sta senza ombra di dubbio nella lettura dei risultati.
Tutti sanno lavare i campioni e raccogliere l’acqua sporca, ma solo un Operatore Esperto è in grado, affidandosi (ad esempio) a VDA 19 o ISO 16232, di leggere i risultati della prova e stabilire, o meno, una conformità.

Faccio una piccola parentesi: VDA 19 ed ISO 16232 non sono le uniche norme che sanciscono svolgimento e lettura dei risultati dei test di pulizia.
Tuttavia, quasi tutte le norme proprietarie od internazionali derivano da una rielaborazione di queste due.

E in MotivexLab, Automotive Test Express, questo è possibile.

Dopo questa breve introduzione, arrivo finalmente al punto, a quello che voglio raccontarti oggi: come leggere i risultati di una prova di pulizia.
Ma andiamo con ordine.

Cos’è la gravimetria?

Leggendo un report, un’offerta, o magari qualche articolo in giro per internet, ti sarà capitato almeno una volta di imbatterti nel termine “gravimetria”.
In realtà è molto semplice: la gravimetria è il peso dello “sporco” (del contaminante, le particelle presenti nel campione analizzato) raccolte sul filtro al termine dell’operazione di estrazione e filtraggio del liquido di lavaggio.

Prova di pulizia

Esempio di prova di pulizia

In genere si misura in mg, e viene rapportata alla superficie del componente in esame.
Ecco perché spesso il Laboratorio ti chiede il disegno del componente o, a volte, la sua superficie bagnata: occorre per poterla rapportare al peso del contaminante rilevato.
Sui report, comunque, troverai spesso la gravimetria rapportata ad una superficie (o volume) convenzionale, per facilitarne la lettura.
Ecco quindi che ti capiterà di leggere X mg / 1000 cm2 (o X mg / 100 cm3).

Come si fa il Conteggio del Particolato?

Un altro termine che magari ti è capitato di leggere, è probabilmente “conteggio del particolato”.
Durante la conta del particolati, le particelle rinvenute vengono suddivise in classi dimensionali, rappresentate da una lettera da B ad N; ognuna di esse è associata ad un livello di contaminazione, che viene espresso con un numero, da 00 a 24.
Il numero indicato dal livello di contaminazione rappresenta un intervallo, che indica il numero di particelle trovate in una data classe funzionale.

La norma ISO 16232 prevede che questo risultato sia espresso sotto forma di codice CCC (Component Cleanliness Code), che altro non è che la successione alfanumerica che ti ho spiegato poco fa.
A volte, tuttavia, capita che il disegno specifichi di indicare solamente la dimensione della particella più grande rilevata, ed ecco quindi che sul report non troverai il codice CCC.

Insomma, come capire se il risultato è conforme?

Le norme internazionali non prevedono requisiti, ma illustrano solo come svolgere la prova.
In questo caso, troveremo i requisiti all’interno del disegno o, se esiste, della norma proprietaria.

Cosa abbiamo capito da questa lettura?
Sicuramente che le pulizie “fai da te” è meglio evitarle, soprattutto se hai una contestazione in corso.
Di conseguenza, che affidarsi ad un Laboratorio Prove conto terzi è la scelta migliore.
Infine, che MotivexLab, Automotive Test Express, è addirittura la scelta migliore: risultati dei tuoi cleanliness test sulla tua scrivania in 24 ore e senza errori, o è gratis, uniti alla competenza ed alla professionalità di un Tecnico di Laboratorio Esperto, che sa leggere ed analizzare i risultati della prova alla perfezione.

Marco, tecnico di laboratorio esperto di MotivexLab

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