Nei giorni scorsi Francesca si è laureata presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino.

Ha fatto una tesi magistrale su MotivexLab per concludere il suo corso di studi in Economia Aziendale.
Il titolo: “La gestione integrata di una Supply Chain: il caso MTC”.
Riporto qui di seguito una parte dell’introduzione della tesi di Francesca:
“L’Italia è al terzo posto nella classifica europea per la percentuale detenuta di auto ogni mille abitanti; secondo i dati Eurostat del 2020, infatti, nel nostro Paese sono detenute 670 autovetture ogni 1000 abitanti.
Il Piemonte è la prima regione italiana per numero di imprese attive nel comparto della componentistica automotive.
L’area di Torino, infatti, è uno dei motori principali del settore, centro dell’industria automotive italiana. Città natale della Fiat, ora Stellantis vanta numerose PMI, centri di R&S e scuole di ingegneria. L’interesse nei confronti delle piccole medie imprese locali è stato incentivato dall’esperienza lavorativa in corso che mi ha permesso di entrare in contatto con la realtà aziendale di un centro per test di laboratorio su componentistica automotive e aerospace.
Le piccole imprese italiane costituiscono il 95% del tessuto imprenditoriale italiano e l’azienda alla base della mia ricerca è la dimostrazione di come, nonostante dimensioni più o meno ridotte in fase di avvio, sia riuscita e continui a fare grandi passi avanti.
La creazione e la gestione della Supply Chain è il principale strumento di miglioramento del business. È possibile ottenere vantaggi in termini di riduzione dei costi di gestione e di miglioramento della qualità del servizio ai clienti, ottimizzando le risorse aziendali. L’elevata competizione che contraddistingue il mercato globale e le crescenti aspettative dei clienti hanno portato le aziende ad investire e a focalizzarsi sulla Supply Chain. Quest’ultima necessita la progettazione e la gestione al fine di eliminare il più possibile l’entità dell’incertezza e di fronteggiare il rischio dell’ambiente in cui si opera.
Il presente lavoro di tesi vede la propria nascita durante l’esperienza di tirocinio presso l’azienda MotivexLab – MTC s.r.l., laboratorio prove conto terzi per l’esecuzione di prove distruttive e non distruttive sui materiali metallici. L’elaborato ha l’obiettivo di descrivere il processo della Supply Chain della realtà analizzata. (…)
Il laboratorio si colloca sul mercato dei servizi per le aziende del settore metalmeccanico e dal 2006 è accreditato secondo lo schema internazionale UNI CEI EN ISO/ IEC 17025, offrendo ai clienti la garanzia sulla qualità dei risultati di prova, la sicurezza della competenza e l’imparzialità.
Storicamente il settore di riferimento è l’automotive ma la Direzione ha deciso di investire anche per il settore aerospace per rispondere alle nuove esigenze del mercato.
L’azienda è fondata su tre pilastri:
- la competenza: basata su sistemi di accreditamento, metodi di prova certificati, personale, attrezzature all’avanguardia;
- la velocità: il rispetto delle 24 h ove possibile, oppure attraverso la velocizzazione delle attività complementari, mettendo il cliente nella condizione di ricevere i risultati di prova just in time. Per sovrastare la concorrenza e conquistare quote di mercato si è introdotto il tempo di consegna fissato, dando la garanzia alla clientela che se le tempistiche previste non fossero state rispettate, contrattualmente, vi fosse il rimborso;
- l’umanità aumentata: in contrapposizione ad un mondo che va verso la sostituzione dell’uomo con l’IT offrendo al cliente un servizio con valore aggiunto.
La gestione ottimale del processo è stata possibile grazie al monitoraggio continuo, alla supervisione di oltre 50 mila analisi, all’ingegnerizzazione dei processi e alla standardizzazione dell’erogazione del servizio attraverso la costruzione di un software sulla base delle reali esigenze che il personale andava riscontrando nelle attività quotidiane.”

L’atrio della Facoltà di Economia e Commercio di Torino
Alla discussione della tesi ero presente. Ho rivissuto l’emozione della mia laurea. Qualche annetto fa.
Non avevo la più pallida idea di cosa avrei fatto nella vita.
Sapevo solo che avrei voluto scrivere.
Ero vestita praticamente nello stesso modo.

Francesca (sinistra) con Elisabetta Ruffino
Rosso, bianco e nero.
I colori di MotivexLab.
A proposito dei colori di MotivexLab, quelli riportati nel logo, riporto qui di seguito una citazione presa dal libro “Nebbia salina, Viaggio alla scoperta degli invecchiamenti accelerati”, che ho scritto con Paolo Pollacino.

I colori di MotivexLab sono importanti: spiegano come facciamo ciò che facciamo in Laboratorio e, soprattutto, perché lo facciamo.
Il Rosso
Il colore della passione, della velocità, dell’orgoglio italiano nel mondo. L’eccellenza del Made in Italy e di ciò che le auto rosse rappresentano. E noi di mestiere testiamo l’eccellenza delle produzioni automotive: quel prestigioso know how, quell’inventiva e quella passione che si nascondono in tanta industria meccanica italiana.
E ci mettiamo il cuore, rosso, dell’Umanità Aumentata.
Ci mettiamo il sangue, rosso, di chi lotta per migliorarsi sempre. Il sangue di chi è spinto esclusivamente dai propri sogni e dalle proprie ossessioni, prima fra tutte quella della velocità. Il sangue puro di chi cerca di superare se stesso in tutto ciò che fa.
Come Paolo Pollacino, un giovane ex pilota di rally, che nel 1998 ha aperto il laboratorio che ha sovvertito lo status quo, garantendo il “just in time” nei controlli qualità, imponendo lo standard della consegna dei report in 24 ore.
Il Bianco
Il colore della sincerità, della competenza, dell’essere chiari in ciò che si fa. Il bianco del sorriso di chi ci mette la faccia. Il bianco della trasparenza. E allora al bianco associamo l’indipendenza del laboratorio conto terzi. Non abbiamo nessuna quota in aziende di produzione, nessuna partecipazione in consorzi di aziende, associazioni, gruppi di interesse.
Siamo un’azienda padronale che non risponde agli interessi di nessuna multinazionale. I nostri punti di riferimento sono trasparenti. Da una parte gli schemi di accreditamento: ISO/IEC 17025, lo standard che certifica la competenza e l’imparzialità del laboratorio di prova: l’abbiamo ottenuto per la prima volta nel 2006, rinnovandolo ogni anno. E poi NADCAP, la certificazione specifica per i controlli su componentistica aerospaziale: percorso intrapreso negli ultimi mesi, alzando ancora una volta l’asticella degli obiettivi e delle performance offerte ai clienti.
Dall’altra parte ci sono i metodi di prova (ISO; ASTM, ecc.) riconosciuti a livello internazionale: danno la garanzia ai clienti che quel che si fa in MotivexLab è ciò che si fa in tutti i i laboratori del mondo, a parità di standard di prova usati. Non cambia il “durante la prova”: la velocità è garantita in tutte le operazioni, prima e dopo il test vero e proprio.
Come vedremo, non si possono velocizzare i test, le apparecchiature, i software: lavorano tutti alla stessa velocità. Ciò che si può velocizzare sono i processi decisionali, le procedure di accettazione dei campioni, le procedure di gestione delle richieste, le procedure di emissione dei report.
E qui il sorriso bianco di chi ci mette la faccia è fondamentale. Persone che ti trattano da persona, non da numero; che ascoltano le tue richieste, capiscono e si impegnano per darti Tutto e Subito, Prima e Meglio.
E infine il Nero
Il colore dei ribelli, di quelli che esplorano, vanno oltre il “si è sempre fatto così”.
Il nero di chi non ci sta, di chi vuole cambiare le regole del gioco, di chi si oppone alla tradizione, all’abbiamo sempre fatto così.
Noi ci ribelliamo alla globalizzazione selvaggia, allo strapotere delle multinazionali incapaci di metterci umanità. Ci ribelliamo all’abitudine del “se vuoi i report, aspetti”, del “se vuoi parlare con qualcuno digita 1, 2, 3 al centralino e incrocia le dita”.
Il nero è il colore della bandiera dei corsari. E allora, forse, ricorderai che il soprannome di un famoso costruttore d’auto era The Drake, da Francis Drake, famoso corsaro al servizio della corona inglese. Correva l’anno 1577. Fu il primo inglese a circumnavigare il globo. Nel 1580, alla fine del viaggio, fu insignito del titolo di Cavaliere dalla regina Elisabetta I.
Guarda un po’ il caso!
No, non è un caso inseguire i propri sogni e i propri desideri e poi vederli in qualche modo realizzati.
Auguro a Francesca, e a te che mi stai leggendo, di non dimenticare mai il sogno, il desiderio profondo di veder realizzato ciò che ti fa battere il cuore.
Vuoi approfondire il metodo MotivexLab? Richiedi uno dei nostri libri.
Spero di incontrarti presto.
Elisabetta Ruffino